Dolce e Gabbana si raccontano…
«CERTI COLLEGHI DOVREBBERO ANDARE NEI LORO NEGOZI PER VEDERE CHE COSA VUOLE DAVVERO LA GENTE. FARE UN PULLOVER CON TRE MANICHE E’ FACILE, FARLO CON DUE MA DESIDERABILE E’ DIFFICILE» DOLCE E GABBANA SUL NUOVO SET SI RACCONTANO IN ESCLUSIVA A MARIECLAIRE
Milano, 15 gennaio. «Le collezioni le pensiamo, le raccontiamo, le disegniamo, le coordiniamo, le facciamo sfilare… E le fotografiamo. La campagna porta alla luce le suggestioni che ci hanno condotto in una certa direzione. Questa stagione ci piaceva l’idea di parlare ai sensi. Abbiamo ritrovato sia immagini “mitologiche” scattate nella Valle dei Templi ad Agrigento, sia ritratti di mestieri antichi eppure moderni: fornai, artigiani, venditori ambulanti. La bellezza dei visi, dei corpi e dei vestiti con l’attrazione per odori, sapori e forme» a parlare sono Domenico Dolce e Stefano Gabbana, intervistati in esclusiva da Marie Claire sul set siciliano della nuova campagna primavera/estate 2014.
A trent’anni dalla loro prima sfilata, nel 1984, la loro missione rimane sempre la stessa: reinventare la tradizione divertendosi. «Esprimiamo tutto in quello che facciamo: inquietudini, gioia, amore, passioni. E vederle condivise attraverso le nostre creazioni, è un’emozione che non riusciamo a dire. Ma solo a disegnare».
Dolce e Gabbana hanno reclutato ragazzi “veri” di Taormina per interpretare la campagna: «Abbiamo portato in passerella uomini veri e non modelli professionisti perché sentivamo di doverlo fare. Ci interessava mostrare altri concetti di bellezza, quella di persone che magari per strada non ti volteresti a guardare. Un’idea che non ci sarebbe venuta in mente se noi non ci vivessimo, in mezzo alla gente».
Oggi nella moda si lavora sulla realizzazione dei desideri: «Certi colleghi dovrebbero andare nei loro negozi per vedere esattamente quello che uomini e donne vogliono dai loro abiti. Noi l’abbiamo fatto: una lezione di vita insuperabile. Fare un pullover con tre maniche è facile. Farlo con due, ma desiderabile, è difficile. Novità, differenza, stravaganza: tutto bene, ma devi precedere i sogni dei consumatori».
Dolce e Gabbana hanno reclutato ragazzi “veri” di Taormina per interpretare la campagna: «Abbiamo portato in passerella uomini veri e non modelli professionisti perché sentivamo di doverlo fare. Ci interessava mostrare altri concetti di bellezza, quella di persone che magari per strada non ti volteresti a guardare. Un’idea che non ci sarebbe venuta in mente se noi non ci vivessimo, in mezzo alla gente».
Oggi nella moda si lavora sulla realizzazione dei desideri: «Certi colleghi dovrebbero andare nei loro negozi per vedere esattamente quello che uomini e donne vogliono dai loro abiti. Noi l’abbiamo fatto: una lezione di vita insuperabile. Fare un pullover con tre maniche è facile. Farlo con due, ma desiderabile, è difficile. Novità, differenza, stravaganza: tutto bene, ma devi precedere i sogni dei consumatori».

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